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La cultura è una traccia utile per interpretare uno scenario complesso che segue ormai le logiche dello scontro, come quello con l'Islam, che è solo il primo gradino di un conflitto più grande e impegnativo fra l'Occidente e il dragone cinese. Il libro utilizza un nuovo strumento, l'analisi culturale, con particolare attenzione al punto di vista etico-cristiano, per capire la politica estera, l'economia, la politica di potenza e sicurezza che ha cambiato pelle nell'ultimo decennio. L'Occidente forte nel campo militare, economico, finanziario e tecnologico è oggi impegnato in una serie di confronti asimmettrici che ne sfidano l'egemonia, non ancora in maniera aperta. Sono asimmetrici perché le presunte debolezze delle società arretrate diventano punti di forza nel confronto fra Occidente e resto del mondo, come è successo l'11 settembre. La guerra al terrorismo dove l'intelligence elettronica e gli altri strumenti di contrasto possono fare poco davanti a sistemi "primitivi" adottati dal nuovo terrore, è infatti un primo esempio di questa asimmetria. La connection sudamericana fra Ahmadinejad e Chavez, come la politica estera cinese, sono invece segnali di un nuovo balance of power che vede anche personaggi come Toni Negri e Tariq Ramadan diventare tessere di un mosaico dove la cultura è la prima linea di un nuovo conflitto. I cui segnali l'autore prova a interpretare, alternando analisi e cronaca, in forma giornalistica.